Vincenzo Maria Pizzolo: un giovane politico fiorentino - VitaNews.it
Vincenzo Maria Pizzolo, classe 1994, è un giovane politico emergente nel territorio fiorentino.Da circa un anno opera come consigliere di quartiere all’interno del gruppo Sinistra Progetto Comune. Da pochi mesi si è laureato in legge ed ha subito iniziato il praticantato in avvocatura.
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Intervista a Vincenzo Maria Pizzolo

Vincenzo Maria Pizzolo: un giovane politico fiorentino

Crescendo ho capito di avere dentro di me questa passione, che nutrivo già da tempo ma che in realtà dovevo soltanto scoprire.

Vincenzo Maria Pizzolo, classe 1994, è un giovane politico emergente nel territorio fiorentino.Da circa un anno opera come consigliere di quartiere all’interno del gruppo Sinistra Progetto Comune. Da pochi mesi si è laureato in legge ed ha subito iniziato il praticantato in avvocatura.

Che titolo di studi ha conseguito?

<<Nel 2013 mi sono diplomato come perito aziendale corrispondente in lingue estere presso l’istituto Piero Calamandrei a Sesto Fiorentino. Il 6 Aprile 2020, in piena pandemia da Coronavirus, mi sono laureato da casa in Giurisprudenza. Attualmente sto effettuando il praticantato di avvocatura presso un rinomato studio di Firenze.>>

Come si è appassionato alla politica?

<<Per quanto riguarda la mia esperienza personale è stato un procedimento spontaneo, un po’ sono stato anche aiutato dal fatto che ho due genitori che in casa hanno sempre parlato di politica. Quindi è stato molto naturale il fatto che mi legassi facilmente al mondo della politica. Crescendo ho capito di avere dentro di me questa passione, che nutrivo già da tempo ma che in realtà dovevo soltanto scoprire. E’ una passione che è scoppiata dentro di me all’ età di 17 anni, quando per la prima volta diventai rappresentante d’ istituto. Grazie a quella elezione capii che mi piaceva portare istanze, ragioni e i sentimenti degli studenti. Chiusa l’esperienza di rappresentante d’istituto, entrai nel mondo della politica vera e propria quando, nel 2013, rimasi affascinato dalla figura di Nichi Vendola, allora governatore della Puglia. In quel periodo mi avvicinai molto alla politica nei partiti.>>

Perché ha deciso di entrare in politica?

<<Sono entrato in politica per passione, lo dimostra il fatto che milito in un partito piccolo a differenza invece di chi sceglie un partito più grande solamente per pura ambizione; purtroppo c’è chi entra in politica per interesse solo personale ma fortunatamente conosco più persone che fanno politica per passione come me.>>

Quanto e come si informa per essere sempre aggiornato sugli argomenti di attualità?

<<Premettendo che rimanere informati e seguire i fatti è molto importante, credo che ogni cittadino dovrebbe farlo, penso sia fondamentale in particolare per chi, come me, si occupa di politica sul territorio. Conoscere le dinamiche del territorio è estremamente importante. Una delle mie maggiori fonti di informazione sono i quotidiani e i telegiornali. Molto spesso effettuo anche degli incontri con i cittadini parlando con loro e ascoltandoli il più possibile in modo da capire le varie problematiche e, di conseguenza, capire quali manovre attuare per far fronte ai problemi che mi sono stati presentati. Queste fonti che le ho citato a parere mio sono l’A,B,C per chi vuol fare politica sul territorio ma soprattutto per chi, come me, che è consigliere di quartiere e non comunale. Essendo un uomo di politica seguo comunque la dialettica della politica nazionale, preferisco ascoltarla sui Talk Show piuttosto che nelle varie interviste dei quotidiani che comunque, leggo lo stesso.>>

Cosa ha provato quando è diventato consigliere di quartiere?

<<E’ stato un grande onore ma anche un grande onere, molti non lo sanno ma il quartiere 5 è il quartiere più grande di Firenze ed è composto da 100 mila abitanti, se fosse un comune a se stante sarebbe la quarta città della Toscana per grandezza. Per un ragazzo di 25 anni come me è una responsabilità importante ricoprire il ruolo di consigliere di quartiere, però mi stimola anche tanto. Ricordo con molto piacere la sera delle elezioni, era il 26 Maggio del 2019 quando, per un soffio, non venne eletto anche un altro consigliere oltre a me. Devo dire che è stata veramente una bella emozione, non mi sarei mai aspettato che più di 4mila persone scegliessero me e la coalizione che rappresento perché sono veramente tante persone. Tutto questo è motivo di estremo orgoglio e soddisfazione ma, allo stesso tempo, è anche una grande responsabilità. >>

In cosa consiste il suo lavoro di consigliere di quartiere?

<<Sono un consigliere di quartiere di opposizione quindi ho un ruolo diverso dai colleghi di maggioranza; oltre che portare le mie istanze devo anche cercare di oppormi ad alcune iniziative politiche della maggioranza che non condivido. Il lavoro del consigliere di quartiere si divide su due luoghi: il primo è il consiglio che è il luogo maestro dove vengono discussi gli atti. Di norma in consiglio ci ritroviamo ogni due settimane, ci sono anche delle eccezioni nelle quali capita di ritrovarsi anche due volte alla settimana. L’altro luogo sono le commissioni ovvero il quartiere ha delle commissioni per ogni tema, ad esempio io faccio parte di tre commissioni: servizi del territorio, servizi educativi e sport e come ultima welfare. Quando un consigliere deposita un atto, che può essere una mozione, un’interrogazione o una risoluzione, questo atto viene mandato alla commissione competente. La mozione è quando si chiede di fare un qualcosa di pratico. Nell’ interrogazione invece si chiede una spiegazione all’amministrazione. La risoluzione è quando il quartiere parla all’esterno del consiglio e ai cittadini.>>

Com’ è cambiato il suo lavoro durante il lockdown causato dalla pandemia del covid-19?

<<Da praticante mi è cambiato poco e niente perché stavo iniziando il mio praticantato quando è esplosa la pandemia. Per quanto riguarda il mio lavoro di consigliere di quartiere è stato un periodo veramente complesso e difficile, infatti noi consiglieri ci siamo ritrovati a interrompere tutti i lavori del consiglio e delle commissioni. Successivamente, con fatica, siamo riusciti a ripartire in via telematica con i consigli mentre per le commissioni siamo ripartiti solamente da una settimana, siamo riusciti a tornare a lavorare rispettando le regole dei distanziamenti sociali. E’ stata davvero dura da un punto di vista pratico soprattutto perché un consigliere deve presentare degli atti e discutere sulle questioni del quartiere ed è difficile farlo da casa senza poter essere in consiglio. Noi come Q5 durante la fase del lockdown abbiamo giocato un ruolo fondamentale donando mascherine, pacchi alimentari e bonus spesa. Attualmente i consigli sono ancora in forma telematica, spero vivamente che torni al più presto tutto alla normalità. >>

Sogno nel cassetto?

<<Dal punto di vista personale prima di tutto voglio riuscire a diventare avvocato, mentre dal punto di vista della passione, vorrei continuare a occuparmi di politica, perché io faccio politica non per ambizione ma semplicemente per una passione profonda che nutro per essa. Non saprei indicare un sogno nel cassetto, però posso dirle che ogni persona che amministra Firenze ha come sogno quello di riuscire un giorno ad amministrare questa città e di essere al governo di quest’ ultima. Per quanto mi riguarda il ruolo che ricopro in politica è indifferente perché sono guidato dalla passione, però non nascondo il fatto che mi piacerebbe incidere concretamente nella politica fiorentina e nel governo della città.>>

Progetti futuri?

<<Adesso ho davanti a me un percorso di 16 mesi di praticantato in avvocatura, il mio obiettivo primario è quello di abilitarmi come avvocato e di poter esercitare la mia professione. Dal punto di vista politico attualmente non saprei risponderle perché è tutto in continua evoluzione, spero che la mia parte politica, la sinistra, possa riuscire a formulare un progetto unitario nazionale. >>

Politica vuol dire mettersi al servizio dei cittadini?

<<Direi decisamente di si, il consiglio di quartiere è proprio il deposito di domande che vengono portate dai cittadini. In consiglio trattiamo sempre tematiche quotidiane: per farle capire parliamo di argomenti che variano dalla strada dissestata al giardino pubblico, alle questioni legate alla viabilità. Quindi trattiamo dinamiche di tutti i giorni. Riuscire ad ascoltare un cittadino che mi ha sollevato una problematica che successivamente io riesco a risolvere o comunque a portare all’ attenzione della politica cittadina: questo per me vuol dire mettersi al servizio dei cittadini.>>

Giovani e politica oggi sembrano due concetti molto lontani, cosa si può fare per riavvicinarli?

<<Quando si parla di politica e giovani spesso tendiamo a dare la colpa ai giovani che non si interessano alla politica. Onestamente le dico che anche la politica fa poco per appassionare i giovani. Diciamo che la classe politica nazionale che abbiamo oggi, senza fare distinzioni fra destra e sinistra, è una classe politica abbastanza mediocre sotto questo punto di vista e sicuramente non favorisce l’interessamento da parte dei giovani. Credo che i giovani si debbano avvicinare alla politica fondamentalmente per due motivi: il primo è che la politica è l’arte di interessarsi al bene comune e alla propria vita che ha ripercussioni sia sul bene collettivo sia su quello personale. Il secondo motivo invece è che il futuro di questo paese e di questa città sono le generazioni di giovani, se loro non si interessano alla politica fra vent’anni pagheranno delle scelte politiche sbagliate alle quali loro oggi non avevano partecipato.>>

In questo mondo c’è bisogno di più spazio per i giovani?

<<Per i giovani lo spazio c’è solamente perché in questo paese vengono considerate giovani delle persone che in realtà giovani non lo sono più. L’Italia credo sia l’unico paese in Europa in cui una persona a 45 anni è professionalmente considerata ancora giovane, non voglio dire che a 45 anni si è vecchi però nemmeno giovani. Sicuramente bisogna trovare un rinnovamento della classe politica e di tutto il paese in generale, però attenzione a non far passare il rinnovamento necessario con il giovanilismo, perché non per forza il giovane è meglio. I giovani hanno grandi capacità però l’importante è essere giovani non soltanto con l’età anagrafica ma anche nelle idee e nell’approccio. Nella politica italiana si è parlato di rottamazione, io non sono favorevole alla rottamazione ma credo fortemente nella sinergia fra nuove e passate generazioni. Tutto questo è fondamentale perché l’esperienza e la saggezza delle vecchie generazioni unite con la freschezza, la dinamicità e, perché no, la prorompenza delle nuove leve, potrebbe essere il miglior mix. Altrimenti si rischia di fare una guerra fra generazioni che francamente a me non piace e non interessa.>>

Differenze fra politica di ieri e di oggi: che cosa manca alla politica di ieri che prima c’era e oggi non c’è più?

<<La classe politica di un tempo Berlinguer, Aldo Moro, Pertini senza fare distinzione fra destra e sinistra era una generazione che veniva da una storia importante che è quella dell’antifascismo e delle lotte partigiane. I partiti di quell’epoca facevano la differenza e cercavano di non creare un elettorato ultras ma un elettorato consapevole. I partiti del passato facevano scuola al loro interno e insegnavano l’arte di far politica, cosa che oggi manca: a mio parere in questi anni troviamo dei politici inadeguati, manca lo studio della politica. Anche oggi ci sono comunque dei buoni politici sia a destra che a sinistra, però provo nostalgia per la statura morale e intellettuali di alcuni politici del passato.>>

Potrebbe dare dei consigli per tutti i giovani che vorrebbero iniziare a fare politica?

<<Prima di tutto studiate, informatevi sempre e non fermatevi mai ai titoli ma approfondite sempre i fatti. Tutto questo è fondamentale perché sennò si rischia di essere superficiali e, soprattutto in politica, quando si va ad amministrare un comune o un quartiere, essere informati a 360 gradi è importante. Per fare politica serve tanta passione; impegnatevi nei partiti piuttosto che nell’associazionismo e mettetevi sempre al servizio dei cittadini. Studio, voglia di fare, impegno e dedizione devono essere il bagaglio tecnico di ogni politico, il tutto condito dalla passione che nel mio caso mi ha tanto aiutato e mi ha fatto tanto divertire.>>

Il direttore di vitanews.it ringrazia Vincenzo Maria Pizzolo per essersi raccontato, augurandogli i più grandi successi sia nella carriera politica che in quella professionale di avvocato. 

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